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L'Emigrazione d'èlite
  • 27/02/2025
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L'Emigrazione d'èlite

Il Museo dell'Emigrazione Marchigiana è dedicato agli oltre settecentomila Marchigiani che tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento sono emigrati all'estero in cerca di migliori condizioni di vita.
La tendenza generale è quella di pensare che a partire siano state solo le persone che appartenevano agli strati più poveri e umili della società oppressi dalla miseria e dalla povertà. La verità invece è che in quegli anni ci furono anche molti emigranti benestanti che godevano di una spiccata posizione sociale. Si trattava di professionisti che provarono a cambiare il vento della fortuna inseguendo in Paesi stranieri la fama e il successo che non erano riusciti ad ottenere nella loro regione di origine.

L'Emigrazione d'èlite

Visitando il museo è possibile ascoltare la loro storia premendo dei pulsanti riferiti ai personaggi più illustri di cui il Museo ha raccolto la storia e la testimonianza.

I personaggi di cui parliamo sono:

GIOVANNI CINGOLANI

MONTECASSIANO 22/01/1959 SANTA FE 23/04/1982

Si deduce molto presto dalle sue abilità artistiche un talento naturale che affinerà all'accademia delle belle arti di Perugia. Nel 1909 parte per l'argentina e non farà mai più ritorno in patria, si stabilisce con la famiglia a Santa Fe zona nella quale fin dagli inizi della grande diaspora convergono molti marchigiani e dove si era costruita una discreta comunità di montecassianesi. Qui, dirige la locale scuola di disegno creata e finanziata dalla società Dante Alighieri, fra i suoi lavori spiccano gli affreschi della volta e dei medaglioni della basilica Nostra signora del Carmine, le opere della chiesa di San Domenico e la tela della vergine dei miracoli nella chiesa dei gesuiti, tutti a Santa Fe. Oggi cingolani è annoverato tra i più celebri pittori in Sud America tra l'otto e novecento.

 

 

RAFAEL SABBATINI

JESI 29/04/1875 – ADELBODEN 13/02/1950

Nato a Jesi il 29 aprile del 1875 morto a Adelboden il 13 febbraio del 1950. Scrittore italiano naturalizzato cittadino britannico, nacque a Jesi dove i genitori erano cantanti d'opera e insegnanti. Trascorse parte della sua giovinezza tra l'Inghilterra, la Svizzera e il Portogallo imparando fin da giovanissimo cinque lingue. La sua attività di narratore è presente negli anni '90 del 900 quando cominciò a scrivere brevi lavori. Il primo romanzo è datato 1902 ma soltanto nel 1921 arrivò il successo con quello che rimane il suo più importante romanzo "Scaramouche" ambientato durante la Rivoluzione francese, poco dopo comparve il secondo romanzo di successo "Captain Blood", i tanti romanzi che seguirono non arrivarono più a questo livello di popolarità, ma la fama di Sabbatini rimase comunque viva fino alla sua morte.

 

LUIGI FABBRI

FABRIANO 23/12/1877 MONTE ELISEO 23/06/1935

Maestro elementare, la sua militanza anarchica inizia sin dalla prima giovinezza. Nel 1894 viene arrestato una prima volta per aver partecipato a una manifestazione di protesta, tre anni dopo ad Ancona conosce Enrico Maltasan, il principale agitatore anarchico italiano e, a seguito di questo incontro, cresce il suo impegno e ruolo all'interno dell'organizzazione. Subisce nuovi arresti e anche una condanna al confine, intanto la sua attività di pubblicista e teorico dell'anarchismo diviene incessante attraverso articoli e messaggi che vengono pubblicati dalle principali testate dell'anarchismo non soltanto italiano. Allo scoppio della prima guerra mondiale prende la decisa posizione neutralista, quando il fascismo sale al potere il suo rifiuto di prestare giuramento di fedeltà al regime lo trasforma in un bersaglio di violenza e minacce da parte delle camice nere, decide di espatriare prima in Svizzera, poi in Francia e in Belgio. Infine, nel 1929 varca l'oceano e si stabilisce a Monte Eliseo, qui continua la sua attività di studio e propaganda e assume un ruolo centrale nel movimento operaio sudamericano. Nel 1931 fonda il mensile "Studi sociali" importante spazio di dibattito politico.

 

CORINALDO BRACCIALARGHE FOLCO TESTENA

MACERATA 17/10/1875 BUENOS AIRES 26/03/1951

Scrittore e pubblicista, in gioventù fu uno dei più attivi agitatori rivoluzionari noto a tutte le questure. Più tardi, seguendo una parabola comune a molti della sua generazione, divenne dapprima interventista durante la Prima guerra mondiale e in seguito sostenitore del fascismo e di Mussolini. Nel 1910 approdò in Argentina dove assunse lo pseudonimo di Folco Testena con il quale iniziò a mettere a frutto le sue qualità di scrittore, collaborò con diversi giornali tra cui "La Patria" e più tardi divenne l'editore del "Giornale d'Italia" . Firmò con lo stesso pseudonimo la prima traduzione italiana di uno dei più famosi romanzi della letteratura argentina "Martin Fiero" intanto aveva anche iniziato a scrivere racconti romanzi tra cui la "Barca di Carole" una storia di emigrazione all'interno della quale i diversi personaggi creati dalla penna di Folco Testena hanno origini e connotazioni marchigiane.

ATTILIO VALENTINI

PORTO RECANATI 5/07/1859 BUENOS AIRES 5/10/1892

Nato a Porto Recanati il 5 luglio 1859 e morto a Buenos Aires il 5 ottobre 1892. Giornalista e pubblicista laureato in giurisprudenza a Macerata nel 1884 entra nella redazione de "L'Italia" di Milano, di cui diverrà anche corrispondente da Roma. Amico di Claudio Treves e Filippo Turati, Felice Cavallotti, Andrea Costa e Leonida Dissolati, si afferma subito come uno dei più brillanti giornalisti del panorama nazionale. Nel 1887 assume la direzione de "La provincia di Mantova" l'anno dopo dà il via alla pubblicazione de "Il democratico" di Cremona e nel 1889 nominato il rettore dell'epoca di Genova, giornale a tiratura nazionale. Pochi mesi dopo però sceglie di partire per Buenos Aires dove gli viene offerta la direzione de "La patria italiana" il più importante giornale italiano in Argentina, nella città platense la sua vena polemica gli procura molti nemici per questo affronta diversi duelli alla spada e alla pistola, uno dei quali contro un giornalista argentino gli sarà fatale.

 

ADRIANO COLOCCI

JESI 7/09/1855 ROMA 30/03/1941

Personaggio eclettico e dalla vita molto avventurosa, la sua esperienza migratoria è molto breve. Inizia nel dicembre del 1889 quando si imbarca nel Sud America nella speranza di risollevare le dissestate economie domestiche e termina nel giugno del 1891 quando, deluso dai continui insuccessi, sale nuovamente sul piroscafo a Buenos Aires per tornare in Italia. Un anno e mezzo circa che coincide con il momento più critico della crisi valutaria ed economia che stringe tutta l'area del Plata e paralizza l'attività economica. Colocci cerca senza successo di guadagnare nell'attività di speculazione e di promuovere l'esportazione di vini marchigiani e della carta di Fabriano in quell'emisfero, ma in realtà si mette in luce come pubblicista e come esploratore. Scrive degli interessanti reportage pubblicati in Italia da "La tribuna" e molti altri articoli per i periodici d'Argentina e Uruguay, per alcuni mesi assume anche la direzione del giornale di Monte Viveo "L'operaio italiano". In seguito partecipa ad una spedizione del chaco central nelle falde del Philco Maco regione quasi inesplorata e inospitale. Al suo ritorno, più povero di quando era partito, consegna alle stampe due libri considerati oggi di estrema importanza dagli studiosi d'emigrazione italiana, nel primo la crisi argentina e l'emigrazione italiana nel Sud America, propone la sua analisi economica politica delle cause e degli effetti della crisi economica. Nel secondo "dal fiume vermiglio alla montagna azzurra" raccoglie le impressioni riportate durante la spedizione mel chacos ed è ricco di annotazioni di carattere naturalistico e antropologico.

 

FRANCESCO TAMBURINI

ASCOLI PICENO 29/01/ 1846 BUENOS AIRES 3/12/1890

Nato ad Ascoli Piceno il 29 gennaio 1846 e morto a Buenos Aires il 3 dicembre 1890, architetto e professore di architettura presso l'accademia di belle arti di Pisa. Nel luglio 1883 a Roma firma un contratto di collaborazione con il governo argentino e alla fine dello stesso anno si imbarca a Genova, giunge a Buenos Aires nel gennaio 1884 da quel momento inizia la sua rapida e folgorante carriera, diventa ispettore generale delle belle arti della repubblica argentina e firma il progetto di molti edifici pubblici nelle principali città argentine, tra questi i più importanti quelli che gli valsero una fama immortale, il progetto per il completamento e la parziale ristrutturazione della casa Rosada, il palazzo del governo e quello per la costruzione del teatro Colon, due degli edifici più rappresentativi di Buenos Aires e dell'intera Argentina. Nel 1890 nel pieno di una terribile crisi finanziaria che devastò l'intera economia platense, Tamburini al colmo della sua fama e del suo successo venne risucchiato nel vortice della crisi da alcune speculazioni sbagliate, morì alla fine di quello stesso anno in condizioni di estrema povertà in una stanza d'affitto alla periferia di Buenos Aires.

 

RODOLFO MONDOLFO

SENIGALLIA 20/08/1877 BUENOS AIRES 16/07/1976

Nato a Senigallia il 20 agosto 1877 morto a Buenos Aires il 16 luglio 1976. Nasce da una famiglia di origine ebraica, dopo gli studi liceali si trasferisce a Firenze, dove frequenta la sezione di Filosofia e Filologia dell'istituto di studi superiori e pratici assorbendo l'atmosfera positivista che si respirava in quell'ambiente. Agli inizi del secolo comincia la sua collaborazione con "critica sociale" la più importante rivista del socialismo italiano diretta da Filippo Turati. Intanto, inizia anche la sua esperienza di docente universitario dapprima 1904 a Padova poi nel 1910/1914 come titolare della cattedra di storia della filosofia a Torino e infine dal 1914 a Bologna sempre sulla cattedra di storia della filosofia. Negli anni del dopoguerra il suo nome è legato ad una serie di saggi filosofici che lo consegnano alla storia della filosofia come uno dei più lucidi teorici del socialismo. La sua esperienza di emigrazione comincia solo molto più tardi, nel 1938, quando le leggi razziali varate da Mussolini lo inducono a lasciare il paese e a riparare in Argentina dove continuerà ad insegnare all'università di Cordoba prima e successivamente di Tucuman e a scrivere saggi filosofici.

L'Emigrazione d'èlite

Nel corso dei decenni il fenomeno migratorio coinvolge tutti i ceti sociali
anche se, naturalmente, in dimensioni diverse. Troviamo così anche un discreto
numero di persone appartenenti alla classe aristocratica o alle professioni liberali o
anche di artisti e intellettuali che cercano la fortuna oltre i confini nazionali: avvocati,
architetti, medici, giornalisti, professori universitari, musicisti, pittori, cantanti d'opera,
scrittori fanno parte di questa nutrita schiera. La maggior parte di loro lascia l'Italia, e
le Marche in particolare, per trovare in paesi "giovani", tutti da costruire, maggiori
possibilità di affermazione che in patria. Qualcuno per speculazioni sbagliate che
hanno rovinato i loro patrimoni familiari, altri ancora per conti in sospeso con la
giustizia, tutti cercano in America o altrove quella fortuna che in patria li ha ignorati.
Nonostante il loro livello culturale sia molto elevato, anche tra questi soggetti si
diffonde il mito della terra promessa, cioè di un paese lontano dove potranno
cogliere le opportunità migliori con estrema facilità.
In effetti per diversi di loro (e per molti di quelli che sono ricordati in questa sezione)
questo è avvenuto. Non tutti però riusciranno a cambiare il vento della fortuna:
qualcuno, dopo aver conseguito grandi successi, morirà in estrema povertà e in
completo abbandono, qualche altro sarà costretto a fare precipitoso ritorno in Italia
per il fallimento totale della sua esperienza migratoria.
Tutti quelli che vengono presentati in questa stanza, al di là del successo riscosso o
dell'insuccesso finale, hanno lasciato un segno importante della loro professionalità
e creatività nei paesi che li hanno ospitati: chi con un quadro, chi con un progetto
architettonico, chi con un romanzo, una scultura o un saggio scientifico.
Anche al loro ingegno si deve la fortuna delle Marche nel mondo.

L'Emigrazione d'èlite

Per informazioni:

Museo Civico Villa Colloredo Mels e Museo dell'Emigrazione Marchigiana

Via Gregorio XII, Recanati

0717570410

recanati@sistemamuseo.it

www.infinitorecanati.it

www.myrecanati.it

www.sistemamuseo.it