La cimasa ci restituisce una scena completamente distaccata da tutto il resto della narrazione sottostante e raffigura un suggestivo, toccante e drammatico Compianto.
Il Polittico di San Domenico evidenzia la predilezione di Lorenzo Lotto per i colori rosso, blu e verde che primeggiano fra tutti gli altri e costituisce un eccellente esempio dell'uso sapiente delle tecniche fiamminghe da parte del Maestro: l'accuratezza dei dettagli delle vesti e degli accessori dei Santi, i piccoli uomini a cavallo realizzati su pochi centimetri di superficie dietro San Vito Martire, ne sono sicuramente la testimonianza più evidente, così come l'Angelo Annunciante e la Vergine Annunciata raffigurati nei cammei di San Flaviano e oggi finalmente visibili grazie al touch screen e all'art wall che ci consentono di vedere da vicino e nitidamente la precisione e la maestria di Lorenzo Lotto nella realizzazione di questi dettagli.
Un sottofondo di musica sacra ci accompagna in un viaggio sensoriale introspettivo che ci fa provare quasi soggezione di fronte all'imponenza e all'austerità del'opera che troneggia di fronte a noi in questa sala.
La Trasfigurazione risale al 1511 circa e viene commissionata all'artista dalla Confraternita dell'Antica Chiesa di Santa Maria in Castelnuovo di Recanati. La Pala lascia trapelare influenze raffaellesche che appaiono tradotte in una nuova identità; appartiene infatti al periodo romano del pittore veneto, quando egli collabora con Raffaello alla decorazione delle Stanze Vaticane. Lotto sembra quasi non essere più lo stesso artista che ha realizzato il Polittico di San Domenico: paesaggio e figure vengono rappresentati con impeti patetici e moti espressivi molto profondi e gli apostoli San Giovanni, San Pietro e San Giacomo, si appiattiscono sul terreno, sono accalcati in maniera caotica e disordinata in prossimità del pendio del monte, in totale assenza della prospettiva e delle sue regole. Si coprono il viso abbagliati dalla Trasfigurazione del Cristo, mettendo in evidenza tutta la distanza che li separa dal mondo ultraterreno di cui fanno parte Cristo stesso e i predecessori del Messia, i Profeti Mosè ed Elia, con i quali Gesù intrattiene un duplice dialogo: da una parte rivolgendo lo sguardo verso Mosè e dall'altra rivolgendosi con le mani verso Elia al quale sta spiegando il mistero della Trinità.
Il momento della Trasfigurazione viene rappresentato visivamente da Lorenzo Lotto attraverso un abile gioco di colori intorno alla figura del Cristo: il rosa, il ghiaccio, il bianco latte e la frase esplicativa che scende dall'alto verso il Cristo e che recita così: "Questo è il Figlio di Dio", aiutano il pittore a tradurre in immagine questo avvenimento di fondamentale importanza dal punto di vista religioso e iconografico. I colori predominanti sono ancora una volta il verde, il rosso e il blu.
L'Annunciazione di Lorenzo Lotto viene realizzata su commissione per la Confraternita dei Mercanti di Recanati. La datazione dell'opera oscilla tra il 1533 e il 1535. Ci sono numerosi dettagli e particolari che rendono unica questa Annunciazione rispetto a tutte le altre e che le conferiscono una connotazione rivoluzionaria: innanzitutto l'inversione dello schema pittorico tradizionale che vede l'Arcangelo Gabriele generalmente a sinistra e la raffigurazione della Vergine Maria a destra. Nell'opera di Lotto le due figure sono nella posizione opposta rispetto a questo schema. La figura dell'Angelo, inoltre, non è affatto eterea o impalpabile, al contrario è una figura ben delineata e muscolosa, molto umana, che proietta addirittura ombra sul pavimento. L'Angelo reca in mano il Giglio che è il simbolo della purezza della Madonna. Da notare l'atteggiamento singolare della Vergine, che anziché essere rivolta verso l'Angelo, come vorrebbe la tradizione, guarda spaventata lo spettatore cercando quasi conforto, comprensione e consolazione. Anche la Madonna è caratterizzata da tratti molto umani: è una ragazza normale, dalle sembianze estremamente umili, semplici e modeste. Viene raffigurata nell'esatto momento in cui si gira verso lo spettatore, visibile la torsione del busto e del piede che consentono di immaginare l'atto stesso di girarsi di scatto verso di noi che la stiamo osservando.
L'Angelo indica con il braccio alzato l'ordine superiore che lo ha inviato: Dio Padre irrompe d'improvviso sulla scena da una nuvola e impone le sue mani giunte verso Maria in tono quasi minaccioso. La scena sembra cogliere l'avvenimento nel momento esatto del suo verificarsi, come in una foto istantanea che permette di indovinare le sensazioni e le emozioni dei personaggi in tutta la loro veridicità e genuinità. Altro protagonista assoluto è il gatto, che viene raffigurato al centro della scena: con la schiena inarcata, le zampe anteriori alzate nell'atto di scappare via di corsa, è terrorizzato dall'arrivo dell'Angelo e da tutto quel trambusto, essendo abituato a ben altra calma all'interno della stanza di Maria. La presenza del gatto ha avuto numerose interpretazioni nella storia dell'arte, l'ipotesi più accreditata è che rappresenti il Male che fugge di fronte all'arrivo del Bene.
Il pergolato visibile fuori dalla finestra, infine, rimanda a un'idea di quiete e di equilibrio attraverso gli alberi perfettamente potati e le piante geometriche che richiamano l'Hortus Conclusus, la perfezione del Paradiso Terrestre. Questa tranquillità viene di colpo interrotta dall'arrivo repentino dell'Angelo che cambierà per sempre il destino di Maria, destino al quale la Vergine non può sottrarsi. I colori che risaltano maggiormente sono vivi e vibranti, fra di essi primeggiano come sempre il rosso, il verde e il blu. Quest'opera è unanimemente considerata il capolavoro assoluto del Maestro.
Il canto degli uccellini in sottofondo e il profumo fruttato che richiamano proprio l'Hortus Conclusus che Lotto lascia intravedere dal pergolato della stanza di Maria, ci accompagnano e fanno da sfondo sonoro ed olfattivo durante la visita di questa sala.
Il San Giacomo Maggiore è una preziosa miniatura del 1512-1513 dominata dall'imponente figura del Santo, dallo sguardo perso e melanconico. Proviene dall'oratorio di San Giacomo, luogo di preghiera della Confraternita dei Nobili recanatesi. È probabile che l'opera sia stata commissionata al Lotto dalla Confraternita in occasione della consacrazione, intorno al 1510, del nuovo oratorio.
San Giacomo è un viandante triste e affaticato, richiama la figura dello stesso autore nel suo essere inquieto e pellegrino. Lorenzo Lotto, infatti, è sempre stato un artista sofferto, introverso e incompreso. Viene riscoperto solo nell'800 grazie al critico Bernard Berenson: non compreso nella sua terra d'origine e spinto dal desiderio di far conoscere la sua arte fuori da Venezia, Lotto si sposta nelle Marche e in molte altre regioni d'Italia. Proprio questo suo peregrinare in cerca di fortuna sembrerebbe accostarlo alla figura del Santo raffigurato nella miniatura. San Giacomo viene rappresentato con i classici tratti del pellegrino: la barba lunga, i capelli spioventi che ricordano quelli del Cristo, indossa un ampio mantello e ha con sé il bastone. Ai piedi, rigorosamente scalzi, la bisaccia, la borraccia e il classico cappello a falde larghe del pellegrino. Sul cappello tre piccoli dettagli degni di nota: una figurina che, ingrandita, ci restituisce una rappresentazione minuziosa della Madonna in trono con due angeli ai lati (altro sapiente esempio dell'uso delle tecniche fiamminghe), una conchiglia, simbolo del cammino di Santiago de Compostela che, secondo la tradizione, sarebbe il luogo di sepoltura dell'apostolo e un chiodo, simbolo della passione e morte di Cristo. Reca in mano il libro delle Sacre Scritture al quale tuttavia non rivolge lo sguardo che si orienta dalla parte opposta, completamente perso nel vuoto. Lotto riconferma anche in questa opera la sua predilezione per i colori rosso, blu e verde che dominano sull'intera scena.
La calma e la tranquillità del paesaggio circostante rispecchiano la quiete, e in parte anche la rassegnazione, del personaggio rappresentato.
Vi aspettiamo per scoprire sotto una nuova luce le bellissime e suggestive opere di Lorenzo Lotto esposte a Villa Colloredo Mels!
Per informazioni:
Museo Civico Villa Colloredo Mels
Via Gregorio XII Recanati (Mc)
Tel: 0717570410
Whatsapp: 3938761779
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